MIRROR PRINCIPLE

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domenica 17 gennaio 2016

SCEGLIERE IL MIGLIOR ALLENATORE


Per ottenere risultati da una stagione di allenamenti occorre fare attenzione ad una serie di fattori.

TECNICA: il gesto tecnico deve essere adeguato e funzionale, diversamente si sprecherebbero energie ottenendo risultati inferiori a quanto atteso;

PIANIFICAZIONE & ALTERNANZA DI STIMOLI: la pianificazione, con adeguata periodizzazione ed alternanza degli stimoli allenanti, è indispensabile per far fruttare l’impegno profuso, ed evitare anche eventuali overtraining e infortuni;

PROGRAMMAZIONE: dobbiamo conoscere fin dall’inizio della stagione quale è e dove si pone, come calendario, l’obiettivo/gara principale, così come gli obiettivi/gare secondarie, onde pianificare l’avvicinamento con  stimoli e scarichi giusti, per entrare in forma al momento desiderato.

IMPEGNO RICHIESTO: l’impegno richiesto, o carico esterno, viene profuso quando si seguono le tabelle delle varie sessioni, quindi facendo warm-up, attivazione, soglia, aerobico, Vo2max, anaerobico, ripetute, endurance, cool-down.

FEEDBACK: il feedback, o carico interno, è la risposta che il nostro corpo da all’impegno profuso. Può essere analizzato attraverso l’elaborazione dei dati che il nostro computer da polso ci fornisce, su apposito software, ma anche attraverso la percezione dello sforzo e le sensazioni che una sessione, un lavoro o una settimana di training ci danno. Da sottolineare che il feedback “data” del computer da polso è tecnologico e tipizzato, in base a diversi fattori. Potrà essere molto preciso, in base a quanti fattori analizza, ma rimane un dato statistico. Invece le sensazioni naturali dell’atleta sono fondamentali e molto più importanti.

Tutti questi fattori sono necessari ed utili per la buona riuscita della stagione di training. Normalmente la TECNICA viene impartita da un ISTRUTTORE della disciplina specifica, la PIANIFICAZIONE e la PROGRAMMAZIONE, da un tecnico/allenatore, l’IMPEGNO RICHIESTO, sotto forma di schede di allenamento, da un allenatore. Il FEEDBACK tecnoligoco è a carico del computer da polso e dell’atleta stesso. Il FEEDBACK personale dato dall’atleta stesso rimane l’elemento più importante di tutti e mi porta a dire che

IL MIGLIOR ALLENATORE DI UN ATLETA E’ LUI STESSO

Ecco perché:

-          Nessuno conosce i  punti forti o i punti deboli di un atleta come li conosce lui stesso. L’atleta conosce a fondo il proprio corpo e le reazioni, più o meno fini,  che lo stesso da ad un determinato stimolo. E solo l’atleta ha la esatta percezione dello sforzo come anche della sostenibilità di un dato allenamento. Cosi anche per la risposta del corpo ad una determinata serie di ripetute o ad una sessione di endurance.

-          L’atleta sa esattamente cosa teme e cosa lo motiva a far meglio. Quante volte, durante una sessione, vi siete immaginati di essere in gara e di ottenere un certo risultato, di classifica o cronometrico, per darvi maggior stimolo, oppure avete ascoltato una particolare musica e vi siete accorti che la vostra velocità aumentava e veniva mantenuta senza grandi difficoltà? Se lo avete fatto altre volte dopo la prima, significa che sapete come motivare voi stessi.

-          Se sapete quale è il vostro obiettivo,  sapete anche cosa è necessario fare per raggiungerlo. Eventualmente avrete necessità di un tecnico, per affinare il gesto, e magari di un allenatore, per farvi consigliare su una sessione specifica. Magari un coach potrà darvi utili indicazioni su come gestire l’approccio alla gara, MA il ruolo più importante, come allenatore, è il vostro. Dovete registrare le vostre sensazioni su un diario e rivederle a posteriori, per capire cosa funzionava  in un determinato periodo e perché, e quindi riproporre quegli stimoli al momento giusto.

-          La gratificazione che da il raggiungimento dell’obiettivo è propria dell’atleta e di nessun altro. I tecnici, gli allenatori, i coach, possono solo immaginare e affiancare l’atleta che gioisce.  E questa gratificazione è un fattore determinante per gli allenamenti successivi e per le altre sfide che tutti i giorni ognuno di noi deve affrontare.

Ciò non significa che non sia necessario avere il supporto di Istruttori, Allenatori e Coach,  anzi, tutt’altro. Ma l’atleta non fornisce esclusivamente la prestazione, bensì la modula, poiché è veramente l’unico soggetto a conoscere  esattamente il proprio corpo, quindi la macchina che occorre far funzionare a dovere per ottenere la prestazione desiderata.

L’unica accortezza che l’atleta deve avere, quando si auto allena, è quella di essere “sincero” con se stesso, di non sovrastimare o sottostimare le proprie potenzialità, così come i propri obiettivi, di non sottostimare eventuali infortuni così come di ascoltare i segnali che il corpo dà.

Quando l’atleta riesce a fare questo,  diventa l’allenatore di se stesso.

Se poi un atleta, per varie ragioni, preferisce non “pensare” troppo a tutti i fattori che interagiscono con la preparazione e la prestazione, allora può investire del compito un Allenatore. Ma attenzione!!! Rimane fondamentale il report (e non semplicemente i dati forniti dal computer da polso…) che il soggetto deve dare a chi lo prepara. Senza questo report, o con un report poco preciso, il compito dell’allenatore difficilmente porta vantaggi tangibili.

A Voi la scelta, dunque, anzi, la sfida.

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